I circoli esistono da quando esistono le Acli. Nella Acli della nascita, il circolo di lavoratori è la “cellula base” del movimento. I nuclei (aggregazioni nei luoghi di lavoro) sono il luogo dell’attività pre-sindacale e para-sindacale, ma tutto il resto è in capo al circolo, tanto è vero che è per lo più il circolo a promuovere la nascita di un nucleo sul proprio territorio e che il segretario del nucleo fa parte di diritto della commissione del circolo e non viceversa.
Perché questa centralità del circolo? Quando le Acli nascono, le fabbriche sono uno spazio già occupato dal sindacato, per non entrare subito in rotta di collisione meglio prenderla da un’altra parte. Ma ci sono anche motivi più profondi e che segnano lo sviluppo anche successivo, del circolo. Il circolo è sul territorio, in città, in paese. In uno spazio che va tra il campanile e la fabbrica. Il circolo rimanda ad un’idea di lavoratore che è prima di tutto persona, non funzione. Il circolo assegna, dalla nascita, lo spazio civico come orizzonte alle Acli. Lo fa già prima che l’ipotesi di sindacato unitario naufraghi e che ci si trovi a ridisegnarsi.
Il primo Circolo nasce a Roma, 15 soci, a Valle Aurelia. Accanto al circolo sorge una cooperativa di consumo. Il giornale dei lavoratori (primo organo di stampa aclista) registra l’apertura di un circolo a Molfetta (Bari) con un centro di assistenza profughi, prigionieri ed ex combattenti, un circolo a Frattamaggiore (Napoli) con la Befana per famiglie, 3 circoli a Taranto che organizzano corsi serali di taglio e cucito e avviano una cassa di risparmio. Il circolo di Jesi (Ancona) costituisce una filodrammatica di lavoratori e il circolo di Massa Marittima apre una palestra e una libreria circolante. La varietà e specificità di ogni storia di circolo è tratto distintivo dalla nascita, non una deformazione successiva.
Il segretariato del popolo (esperienza mutuata dall’esperienza cattolico-sociale del periodo prefascista) è spesso la base di presenza solida sulla quale nasce, come logica conseguenza, il circolo di lavoratori. In una delle prime circolari del Patronato il segretariato del popolo viene definito “Punto di partenza e fulcro principale dell’azione sociale” con l’addetto sociale che agisce “Un rapporto umano, non solo tecnico o burocratico, che si sviluppa attorno ad una pratica”. Nel 2022 poi l’addetto sociale si trasforma in Promotore sociale, per andare a rappresentare, già dal nome, la consapevolezza di un ruolo che gli deriva da quello che sfocia nella riforma del Patronato da un lato (legge 152 del 30 marzo 2001) e dalla legge sulle associazioni di promozione sociale dall’altro (7 dicembre 2003 n. 383).