Perché ri-pubblicare i redditi...


Perché ri- pubblicare i redditi....

direi che valgono le stesse riflessioni dello scorso anno...
Perché lavoro per/in una associazione e credo che i soci abbiano diritto di sapere quanto sono retribuiti i dirigenti.

Perché lavoro per/in una associazione che prende soldi pubblici e riceve donazioni. E credo che chi (pubblico o privato che sia) destina soldi alle Acli abbia diritto di sapere quanto sono retribuiti i dirigenti.
La riforma del Terzo Settore mi pare confermi tutto questo...
Perché lavoro per/in una associazione che sta cercando di affrontare una difficile azione di riorganizzazione per giungere ad una maggiore sostenibilità. E per farlo sta facendo e chiedendo sacrifici. E credo che
 "Quando si chiedono sacrifici alla gente che lavora ci vuole un grande consenso, una grande credibilità politica e la capacità di colpire esosi e intollerabili privilegi. Se questi elementi non ci sono, l’operazione non può riuscire. (Enrico Berlinguer)". 

Forse questo quest'anno è meno centrale. Ma forse è solo questione di tempo.

Il compenso che ricevo per il lavoro che svolgo è stato oggetto di dibattito all'interno della Presidenza. Che ha stabilito dei criteri corrispondenti ai livelli di responsabilità dei dirigenti: componente di Presidenza, vice Presidente, Segretario Generale e Presidente. E che ha ridotto i compensi rispetto al mandato precedente. Poi so che l'applicazione concreta per ognuno ha dovuto tenere conto di situazioni differenti in base a presenza di precedenti rapporti di lavoro, ad altre collaborazioni etc...  
E' un taglio sufficiente? Il compenso è tanto? E' poco? E' giusto? E' sbagliato? Le risposte possono essere molte. E contengono moltissimi aspetti. Rispetto al ruolo delle associazioni come le Acli nella società, alle competenze, al carico di lavoro, alle responsabilità, alla precarietà o stabilità del lavoro, all'equilibrio tra ruoli tecnici e politici, al quadro generale di sostenibilità...  
Personalmente io ritengo che: - rispetto alla media degli italiani sia oggettivamente tanto. - rispetto a (certi) dirigenti di altre fasi storiche sia oggettivamente di meno. - rispetto a dirigenti di altre organizzazioni simili, francamente non lo so e onestamente sarei curiosa. 
E qui aggiungo che sarei curiosa anche rispetto ad altri ruoli di responsabilità di realtà territoriali del nostro stesso sistema. Perché magari dirigenti locali con un carico di responsabilità (anche formale) maggiore hanno retribuzioni minori.
Io so che potrei trovarmi da un momento all'altro senza un lavoro, senza nessuna rete di sicurezza, in una fase storica complessa, donna, con due figli, 45 anni suonati e tutte le energie di questa fase dedicate all'associazione senza aver costruito altro.  
L'altro giorno pensavo che una forma di "tutele crescenti" in fondo è già arrivata anche qui.

Cioè... i dirigenti "storici" prevalentemente hanno forme di contratto che offrono possibilità di tutela anche dopo la fine dell'impegno da dirigente. I "nuovi" dirigenti non hanno garanzie sul futuro. (Forse l'unica eccezione che mi viene in mente è che alcuni "nuovi" sono stati in grado per ruolo o capacità individuale di far pesare maggiormente l'assenza di garanzia futura nella determinazione del compenso attuale).

E qui, come nel Paese, ci sono aspetti molto chiari: chiaro che continuare con la garanzia per il futuro  per tutti è assolutamente insostenibile. Chiaro che i diritti acquisiti sono considerati intoccabili. Chiaro che c'è una forma di disequilibrio e disuguaglianza.

Quello su cui secondo me è bene soffermarsi (qui come nel Paese) però non è tanto il criterio di giustizia nei confronti del singolo. Perché tutto è sempre in relazione ad altro (come detto sopra e come mostra la vignetta). Quello che a mio parere servirebbe approfondire sono le conseguenze che il modello attuale può avere sul sistema generale.
E confermo, anche per quest'anno, che sarei disposta a ridurre ulteriormente se questo stesse all'interno di un piano generale di senso e di sviluppo dell'associazione.  
Quindi...  qui c'è  Una infografica di sintesi e qui La dichiarazione 2014 completa.

p.s. Si, sono in ritardo, lo scorso anno la dichiarazione è stata consegnata a fine aprile, quest'anno a fine giugno...

p.p.s. Si, ho firmato per 5xmille e 8xmille, no, non ho firmato per il 2xmille.

p.p.p.s. Qui c'è Infografica 2013 con dichiarazione completa annessa.


Come si fa a cambiare?


Sabato scorso Fabrizio Barca ha presentato la relazione finale dell'esperienza www.luoghideali.it

Annoto (ricomposto con titoli e neretti "miei") alcune parti che trovo particolarmente interessanti... specie in vista della Assemblea Straordinaria delle Acli... 

            Come si produce cambiamento? 
Ma, ecco l’errore, non si tratta di disegnare a tavolino un nuovo assetto del PD per poi calarlo in regole che magicamente produrranno l’esito voluto. Non si governano più così né gli Stati, né le imprese, né le associazioni. Sulla base dell’accordo su alcune premesse si tratta, viceversa, di costruire un processo di rinnovamento che giorno per giorno, luogo per luogo, promuova e sostenga nuove e più robuste sperimentazioni, federandole, imparando da esse e sistematizzandole in una visione generale.
Solo così, solo attivando nel cambiamento i circoli territoriali che innervano il paese, è possibile ricercare un confronto vero con gli altri (partiti che compongono in Europa il Partito socialista europeo) sul tema oggi decisivo della tensione fra due interessi: il movimento libero delle persone e del lavoro e la tutela dell’inclusione sociale8. Il progresso (verso un vero “partito di sinistra europeo”) si compie non attraverso fredde alleanze burocratiche o intellettuali di vertice, ma affrontando questa tensione nei luoghi in cui essa si manifesta, con alleanze e solidarietà territoriali inedite ma possibili.
Quello che proponiamo non è quindi un “approccio dal basso”, ma un metodo dove si avanza assieme, dall’alto e dal basso, con una forte guida nazionale, per arrivare in questo modo a un progressivo rinnovamento della cultura dei quadri intermedi locali e nazionali. 

            Perché per cambiare non serve litigare sulle regole ma... mettersi a fare? 

            L'esperienza ha visto 13 esperienze locali che in un anno hanno prodotto 13 attività e risultati diversi.
Avere perseguito un obiettivo concreto e misurabile con un metodo replicabile ha consentito ai volontari del PD di dedicarsi al proprio territorio, di “occuparsi meno di se stessi”, di concentrarsi sul merito, di contrastare litigiosità e individualismo di un partito autoreferenziale e disabituato alle battaglie sul territorio, di “divertirsi” e dunque di attrarre nuovi volontari alla guida dei progetti - oltre 38% di aumento medio da inizio a fine progetto10. I partecipanti sono dunque oggi meglio preparati e più motivati per lavorare per i propri territori.
volontari
1 anno di lavoro. 
un metodo 
13 esperienze locali
1 piattaforma nazionale
60.000 Euro 
Approccio sperimentale  
il gruppo nazionale che governa il progetto svolge in ogni luogo, anche attraverso un coordinatore locale, una funzione di accompagnamento, promuovendo l’utilizzo da parte della leadership locale di un metodo da adattare al contesto. Il metodo rappresenta una “rottura” rispetto al partito tradizionale e si associa ad una separazione del partito dall’Amministrazione e alla sua apertura alla società, con forme di partecipazione innovative. Da questo approccio dipende l’esito positivo dei nove progetti locali. Il confronto continuo e acceso fra livello locale e centrale ha introdotto pratiche di lavoro e apprendimento insolite per le comunità territoriali del PD e allo stesso tempo ha fatto maturare il team nazionale. 
Valutare
Al cuore del metodo adottato sta la pratica di esplicitare gli obiettivi in termini di risultati attesi rilevanti per i cittadini del territorio di responsabilità, e poi di monitorare e aggiustare in corsa questi obiettivi: una rottura rispetto alle prassi esistenti. Simile utilità e rottura hanno mostrato le attività di autovalutazione e valutazione esterna (La valutazione dei supervisori indipendenti a metà percorso (http://www.luoghideali.it/meta-strada/), che ha indotto significativi aggiustamenti; La valutazione nazionale, riassunta nel Rapporto finale di valutazione; In molti casi, lo sprone in itinere dei valutatori dei singoli progetti; La pressione e i commenti che finanziatori del progetto e cittadini hanno espresso attraverso i social network anche sulla base delle informazioni fornite sulla piattaforma www.Luoghideali.it, usata come bacheca e archivio storico: 122mila visualizzazioni di pagina, mediamente di tre minuti e mezzo ciascuna, da 1300 diverse città). 
Ricostruire la fiducia  
  1. Nella relazione con la società, soprattutto con le organizzazioni di cittadinanza attiva, si è affrontata la criticità della sfiducia nei partiti: il sospetto di un rapporto meramente strumentale che nasconda la ricerca di un sostegno a filiere di potere, la ritrosia forte per ogni simbolo di partito. Il principale strumento per superarla è stato quello di mettere sul tavolo risultati attesi concreti e misurabili: “fidati e controlla”. Attorno a essi si è giocata la carta della credibilità personale, talora attraverso “comitati”, e ci si è adoperati per rendere evidente il valore aggiunto del partito: smontando rituali obsoleti di partecipazione, coinvolgendo i cittadini in azioni di mutualismo, confronto, lotta e formazione, attraverso incontri di caseggiato, focus group, giornate di “riappropriazione” del patrimonio locale, presidi. 

    Il sapere necessario
Il sapere necessario per reinventare in ogni luogo il canovaccio di Luoghi Idea(li) richiedeva un forte contributo di esperti, intellettuali. E’ avvenuto, anche con forte generosità, in un ruolo sia di coordinatori territoriali, sia di assistenza tematica o metodologica, sia di supervisione indipendente13. Ma tale apporto ha coinvolto un numero di persone inferiore al necessario. Si è toccato con mano il divario forte che si è aperto fra PD (i partiti in genere) e intellettuali: inconsapevole, il primo, del contributo che i secondi potrebbero dare, territorio per territorio, alla maturazione di un partito moderno; interessati spesso, i secondi, più a pubblicare “opinioni” o a diventare consiglieri del Principe che a cimentarsi con il faticoso tentativo quotidiano di cambiare le cose.
           I valori
        
          Il progetto aveva racchiuso in 15 proposizioni i "valori identitari"  (in particolare qui connotandoli   come "valori di sinistra"). L'attuazione concreta dei progetti ha provato ad interpretarli.  
In particolare, il valore dell’inclusione sociale ha spinto i circoli a interpretare nuovi bisogni e disegnare soluzioni attivando risorse inutilizzate. Forte impulso è venuto anche dall’idea che, in presenza di trappole di sottosviluppo, così diffuse nel Sud, compito del partito sia di concorrere a destabilizzare gli equilibri economici e sociali, promuovendo concorrenza e innovazione. La partecipazione, intesa come condizione per assumere decisioni pubbliche giuste ed efficaci e come parte della libertà sostanziale delle persone, è stato un punto di riferimento di tutti i progetti. 

Il documento è tutto da leggere e la piattaforma è tutta da girare. 

Anche noi, nel nostro piccolo, con l'esperienza del Primo bando per idee (16 progetti avviati e tuttora in corso) stiamo provando a fare una cosa che vada in questa direzione.  E con il Secondo bando per idee (ancora aperta la fase di candidatura per 20 idee da realizzare) stiamo provando ad accentuare l'elemento dell'apertura all'esterno (i progetti li possono presentare tutti, non solo i circoli e le realtà Acli). Sarà interessante vedere poi se e come nasceranno scambi e valorizzazioni tra questi soggetti e le Acli del territorio...

Credo sarebbe interessantissimo confrontarsi sul metodo - quello di Luoghi Ideali molto più strutturato del nostro ma (ci stiamo lavorando!).  
Credo sarebbe altrettanto interessante confrontarsi sul ruolo delle associazioni e dei partiti. Perché tra associazioni che (come noi, già molto prima di Landini) rivendicano ruolo politico e partiti che "fanno palestra"... le linee di confine sono sfumatissime... e perchè la polarizzazione proposta da Barca  (l'associazione è interesse specifico - il partito è interesse generale) a me funziona poco. 

Credo sarebbe ulteriormente interessante confrontarsi sui valori

Chissà che in un modo o in un altro non si riesca a farlo... 


Conoscersi per cambiare


CONOSCERSI PER CAMBIARE
Rappresentarsi nel presente per progettare il domani
Base associativa e strutture territoriali di una grande APS italiana

III Censimento delle ACLI provinciali 2014 in occasione
dell’Assemblea straordinaria delle ACLI, delle Associazioni specifiche professionali e dei Servizi

Il gruppo di lavoro, presieduto da Emiliano Manfredonia, è costituto dal dipartimento per lo sviluppo associativo, dall’IREF, dall’ufficio studi attraverso la partecipazione di Roberto Rossini e dal membro di presidenza nazionale Paola Villa.

Marco Livia (Direttore Iref) si è occupato del coordinamento delle attività di ricerca e della stesura dell’introduzione.

SEZIONE 1: la costruzione del DB-Integrato, l’analisi dati e i cartogrammi sono a cura di Danilo Catania; grafici e commento sono stati realizzati da Alessandro Serini e Danilo Catania.
SEZIONE 2: l’analisi dati, le infografiche e il commento dei dati del Censimento delle Acli provinciali sono a cura di Gianfranco Zucca.

Per scaricare il documento: Conoscersi per cambiare

Chi comanda il mondo? #Openfamiglia

Giovanni: Chi comanda il mondo?
Pietro: Nessuno può comandare tutto il mondo. Ognuno può comandare mezzo mondo. Che (mimando il mondo) se è di qua, non può comandare anche di là.

Giovanni: Chi comanda il mondo? Forse il Papa?
Pietro: No, il Papa comanda un pezzo di mondo. O forse due pezzi e mezzo...

Giovanni: Chi comanda il mondo?
Pietro: Il mondo è grande. Non può comandarlo solo uno. Lo devono comandare in tanti, un po' per uno. Non una decina, almeno una centina...

Nota tecnica: da oggi riunisco tutto in un'unico blog. #Openfamiglia sarà l'ashtag per tutte le frasi dei bambini. E vediamo se tengo il ritmo a metterli di qui e non sparse per i social... 

Cosa fa la signora? #openfamiglia

Pietro osserva una signora rovistare nel cassonetto. Estrarre oggetti con un gancio e riporli in passeggino adattato a carrello.
Pietro: Cosa fa la signora?
Mamma: cerca se ci sono delle cose che le possono servire. Però, Pietro, tu non farlo. Che la spazzatura é sporca.
Pietro: comunque molto molto meglio con il gancio che con le mani.
Pietro: ma poi li vende, vero?
Mamma: credo di si. Se qualcosa le serve magari lo usa, il resto credo lo venda. Ma tu non farlo, Pietro, capito?
Pietro: ok. Ma se la gente li compra vuol dire che si possono ancora usare. Allora hanno sbagliato pure quelli che li hanno buttati. Che potevano riciclarli.
Una signora con un carrello della spesa si avvicina al cassonetto.
Pietro: aspetta. Fammi vedere...
Mamma: Cosa?
Pietro: lo sapevo! Lei butta, non raccoglie. Lo avevo capito perché non ha il gancio e perché vedi il carrello? È rosa e normale. Non lo ha costruito lei. Non è un progetto di invenzione.
(Come tutto cambia a seconda degli occhi con cui si guarda).

Mamma, il mondo non finisce mai?

Giovanni: mamma, il mondo non finisce mai?
Mamma (con sguardo perso, cercando di capire se rispondere in termini filosofici, religiosi, storici o simbolici. ..): in che senso?
Pietro (tranquillo e sicuro): no. Non finisce. Il mondo è tondo come una palla. Una palla se vai di qua o di là fai il giro. Un tondo non ha inizio e fine...

Segue dibattito per cui si capisce che Giovanni si riferiva al percorrere la palla da dentro a fuori. E sul fatto che in quel caso c'è una fine perché dopo la crosta il mondo è finito e c'è lo spazio.

Impegnarsi a darsi speranza. Perché di questo c'è assoluto bisogno.

Ieri mattina una cinquantina di persone si sono ritrovate nella cappella dell'Università La Sapienza di Roma per ricordare Pio Parisi. Non un ricordo nostalgico. Ma una memoria attiva e dinamica.

Lo schema dell'incontro è semplice: alcuni brani dagli scritti di Pio (da "La coscienza politica" e da "Cattedra dei piccoli e dei poveri") letti a più voci, due testimonianze (Giovanni Bianchi e Giorgio Marcello), una Messa celebrata assieme, un po' di copie fotocopiate di Convertirsi al Vangelo, Vie nuove per la politica. La proposta e l'invito di continuare a vivere comunitariamente, perchè solo questo ci arricchisce e solo questo fa Chiesa. 

Restano moltissime piste su cui tornare. A caldo ne seguo una...
Diversamente dai patriarci e dai condottieri i profeti non hanno neppure l'onore delle armi, non riescono a cambiare il mondo ma soltanto a vederlo per quello che è. Quasi sempre restano inascoltati. (Elena Loewenthal)
Anche se Giovanni Bianchi ha raccontato un'esperienza di amicizia spirituale con Pio, credo che la storia di Pio in Acli sia stata un'esperienza da profeta.
Comunità aperta se non addirittura spalancata dove non è la regola a segnare il confine ma la testimonianza della Parola messa al centro a tenere il tutto per un risucchio centripeta. Non ortodossia a marcare il territorio ma la colla della carità fraterna a tenere assieme. E' lo spirito che convoca. E chi prende parte deve avere l'umiltà di non credersi più furbo dello Spirito Santo. (Giovanni Bianchi). 
Un'immagine forte ed interessante. Anche per pensare a cosa vorremmo fossero i circoli. Ma poi avviene che dalla ricerca degli altri non nasca comunità ma nascano schieramenti...
E' proprio dall'esperienza di tutti gli uomini di essere piccoli e poveri nasce il bisogno di unirsi per trovare la forza. Ma questo avviene molto spesso in una logica mondana in cui lo schieramento diventa concorrenza, fino ad essere assetto di guerra (Pio Parisi). 
La preoccupazione di acquistare, conservare, accrescere il potere assorbe tutte le energie ed impedisce di impegnarsi per la crescita dello Spirito e, in particolare, per il formarsi di una coscienza politica. Il potere sembra necessario per la realizzazione di tanti obbiettivi importanti per la società (...) per cui un po' alla volta ogni altro valore passa in secondo piano e acquista importanza solo ciò che serve in termini di potere. (Pio Parisi)
Forse la differenza sta nella capacità convocatoria. Chi convoca? La realtà, non l'idea. E nemmeno la parola (con la P minuscola). 
"Perché la realtà è. L'idea si elabora, si induce. Non c'è autonomia tra idea (parola) e realtà. Non c'è subalternità della realtà all'idea. I nominalismi non convocano mai. Tutt'al più classificano. Cioè che convoca è la realtà illuminata dal ragionamento, dall'idea e dalla loro percezione intuitiva" (Jorge Bergoglio).  
Convoca la realtà. Non convoca l'idea. Convoca lo Spirito che, appunto, non è un'idea.  
Per impegnarsi nella politica, non in vista di un tornaconto personale, ma per promuovere sinceramente il bene dell'umanità, occorre una grande dose di speranza e al tempo stesso un senso vivo dell'effettiva fragilità e miseria umana. Per chi si apre a riconoscere le varie dimensioni del male in cui è immersa l'umanità è estremamente difficile, se non impossibile, conservare la serenità e la speranza senza credere veramente in Dio, che dà significato compiuto all'assurdo intreccio dei nostri valori e delle nostre miserie. (Pio Parisi).
L'assurdo intreccio dei nostri valori e delle nostre miserie. Conservare la serenità e la speranza è difficile, se non impossibile, senza credere veramente in Dio. Sarà per quello che io mi sento forse più vicina al non saper dove trovare le risorse spirituali di Langer.
E' un tempo, questo, in cui non passa giorno senza che si getti qualche pietra sull'impegno pubblico, specie politico. Troppa la corruzione, la falsità, il trionfo dell'apparenza e della volgarità. Troppo accreditati i finti rinnovamenti, moralismi abusivi, demagogia e semplicismo. Troppo evidente la carica di eversione e deviazione che caratterizza mansioni che dovevano essere di estrema responsabilità. Troppo tracotanti si riaffacciano durezza sociale, logica del più forte, competizione selvaggia. Davvero non si sa dove trovare le risorse spirituali per cimentarsi su un terreno sempre più impervio. Non sarà magari più saggio abbandonare un campo talmente intossicato da non poter sperare in alcuna bonifica, e coltivare - semmai - altrove nuovi apprezzamenti, per modesti che siano? (Alex Langer 1991). 
Non si risolve tutto con una spolverata di ottimismo. Serve la Speranza.  Viene da parafrasare don Abbondio, la Speranza, uno se non ce l'ha, mica se la può dare. E se non se la può dare figuriamoci se la può dare agli altri. E' la vecchia questione della Fede. Dono o ricerca. Ricerca e dono. Questione irrisolta. Mi appello al lasciare aperta la contraddizione (Giovanni Bianchi) E all' essere appassionati di Speranza (Papa Francesco). Speranza di Fede: 
La Madonna, nel suo cuore, ha avuto il buio più grande. La sera del Venerdi fino alla mattina della domenica. Eppure quella speranza lei l'aveva. E quella speranza ha rifatto tutto. (Papa Francesco). 
Ma anche Speranza come categoria storica (Giovanni Bianchi). La crisi ha cambiato il rapporto con il tempo. Il futuro non è un'opportunità, è un rischio. Domani non può che essere peggio di oggi. La reazione alla crisi è la risposta immediata. Lo slancio. Il balzo. Il cogliere l'attimo, la decisione. L'orizzonte (anche del cambiamento possibile) è oggi o mai più. La speranza invece chiede capacità di sguardo lungo, chiede un tempo misurato in stagioni. La speranza è la certezza del contadino. E' la pazienza della sentinella che, nel buio più pesto, della notte più piena, continua a vegliare, s-vegliare, intravvedere (Bregantini).

Impegnarsi a dare speranza. Perché di questo c'è assoluto bisogno. Era scritto in uno dei contributi (da Macerata) per l'Assemblea straordinaria delle Acli. Impegnarsi a darsi speranza. Perché di questo c'è assoluto bisogno. Rideclinerei io. Non è facile. Ma... Che questo non ti scoraggi! 

Per approfondire: http://www.incontripioparisi.it

Nota 1: E, per tornare a Pio... in termini di potere si può tranquillamente interpretare la sua storia in Acli come la storia di un fallimento. Facendo comunità, possiamo continuare ancora oggi a raccontarci reciprocamente quanto i suoi insegnamenti abbiano inciso nel cammino di fede, nella vita lavorativa e nell'impegno verso il prossimo di molti di noi. Con la Speranza possiamo credere che da centralità della Parola, ascolto dei piccoli e poveri, politica come carità, laicità... può ancora nascere e crescere moltissimo... 


Nota 2: La foto: Soana con "Il Pane di Pio" Questa giornata in ricordo di Pio Parisi è stata proprio un pane condiviso! Al di là del simbolo il pane mi è stato regalato alla fine della mattina da Antonio Russodivito. Un pane fatto in casa dalla mamma di un ragazzo degli "appartamenti". Un pane integrale, fatto in casa con lievito madre, che mandava (e manda tuttora, perché a casa l'ho solo assaggiato) un profumo meraviglioso. Grazie! Grazie a tutte e a tutti di questa giornata! All'insegna di un'amicizia spirituale che Pio ci lascia in eredità! (Soana Tortora) 

Nota 3: Qualche altro scatto del prima e del dopo... Mi spiace non averne immagini (se non in testa) ma il momento era intenso e durante non ho avuto il coraggio di alzarmi e fare una foto di insieme né dell'incontronè della Messa...










#2Giugno: festa di...

Per studiare come spiegare... 
Domenica: 
Papà: lo sapete che martedì é festa?
Pietro: si!
Papà: e che festa é?
Tra le ipotesi emerse:
Festa della metropolitana a casa dei nonni
Festa del Papa
Festa della Chiesa
Festa che finisce la scuola...
Allora poi per spiegare il ‪#‎2giugno‬ si racconta anche del battesimo civico che fanno a Germignaga con i 18enni regalando loro bandiera e costituzione. Ma ci si ferma su. ..cos'è La Costituzione? 
Mamma va su filone "il patto" che abbiamo fatto su come star insieme. ..
Papà su filone "il libretto delle istruzioni" dell'Italia. Come si fa per farla funzionare. ..
Cosa abbiano capito Pietro e Gio al momento resta mistero insondabile.

Martedi: 
Mamma: quindi oggi che festa è?
Pietro: della Repubblica! 
Mamma: e che cos'è la Repubblica? 
Pietro: quella come quella di Star Wars... e poi c'è la Costituzione...
Mamma: e cos'è la Costituzione? 
Pietro:.. mmm... co..sti..tuzione...quella cosa che che custodisce la Repubbica! 

(questa è la parte bella. Nel resto della conversazione Pietro esprime nettamente un'anima monarchica resistente anche ai nostri tentativi di sottolineare gli svantaggi dell'avere un re. 
poi Giovanni che passa in agilità da... "qui come re c'è il Papa?" a "Per fortuna mamma tu hai già la corona, con i diamanti, te l'ho regalata io per la festa della mamma"...) 

Regionali 2015: Di politica, video, viaggi in macchina ed allenatori di calcio...

L'astensione alta è preoccupante (anche perché al netto di disaffezioni storiche e non voti tattici c'è tutta un'area di gente che non vota per il disagio di non riconoscere nulla in cui riconoscersi)...
.... certo poi magari non mettere le votazioni nell'unico ponte dell'anno poteva aiutare...

                             
Per approfondire  Radiografia degli invisibili - Blogo - Carlo Gubitosa (da cui è tratta l'immagine) che oltre all'astensione rende visibili anche i senza diritto di voto (cui era dedicata l'iniziativa L'Italia sono anch'io e Qui vivo qui voto con seggi simbolici per stranieri domenica) e l'incidenza (per me sorprendente) di schede bianche o nulle.
                          

Mappe colorate e risultati calcistici.


Ogni infografica semplifica mettendo in evidenza un messaggio. Cosa (ora che è chiusa la campagna elettorale) si vuole evidenziare?

Chi vuole usare i risultati regionali per mettere in difficoltà il governo o per aprire una resa dei conti nel Pd non si lamenti delle cartine. Perché sono parti diverse di uno stesso schema. Attacco, Difesa. Difesa, attacco. 

Ma il campionato non è finito. L'allenatore di una squadra che ha vinto incassando dei gol se vuole al 90' può esultare. Ma dal lunedì serve ripensare ad allenamento e schemi... 

A mio modestissimo parere a partire da partecipazione, partito e problemi concreti. 

Partecipazione:

Il problema è pure la metafora calcistica. Un paese democratico non è un allenatore che da solo (o al massimo con il presidente e il vice) decide tutto, assegnando i ruoli ai giocatori, davanti a spettatori che pagano il biglietto ed applaudono contenti. Perché se lo è, puoi non ti puoi lamentare o stupire dell'astensione. La partecipazione è una sorta di contagio virale che si espande. Tanto più partecipano i vicini, tanto più coinvolgono anche i lontani. Non si riesce a motivare i lontani saltando i vicini. O almeno a me pare sia così... 
Oltre al fatto che in politica (oggi) non si può nemmeno dar per scontato i tifosi. Perché succede che i romanisti di oggi possano tifare Juve domani... (E chi vuole portare a sé gli juventini lo sa). 




                                           Schede di analisi dei flussi regione per regione swg


Persone ed idea di partito:

Che non si possono fare confronti tra europee ed amministrative ci sta. (E le regioni oggi riescono nello stesso tempo a non avere la percezione di rilevanza delle comunali e l'associazione all'idea di distanza e malgoverno delle politiche nazionali. Oltre alla complessità generale. Che c'era un voto in 7 regioni con 7 sistemi elettorali diversi...). 
E poi alle amministrative ci sono liste civiche e non puoi non tenerne conto. Di sicuro possono essere utili a misurare il consenso di "un'area" come hanno provato a fare quelli di IDemLab. Anche se è diverso misurare "il centro sinistra" e misurare "il pd".



Che chi sta al governo paghi un po' nel voto di medio termine ci sta.

Ma il pd mi pare avesse un progetto di crescita. E non è cresciuto (né pescando a sinistra, né pescando a destra, né pescando nel non voto). E ha perso dei pezzi.

Un partito non è una pianta selvatica che cresce spontaneamente nel sottobosco dell'azione di governo. Un partito ha bisogno di tempo, di spazi e di cura. E di una visione declinata in un complesso di autonomie.
Ed ha bisogno di definire l'idea di sé e dei propri candidati e dirigenti.

Il video in macchina della Moretti con Renzi era una comunicazione perfetta.
Era il messaggio ad essere sbagliato. In Veneto i veneti vogliono qualcuno libero e forte. Capace di guidare da solo. E di tenere testa al potere di Roma (ladrona o no che sia). Non qualcuno che si fa condurre e che, in un eventuale scontro, possa al massimo chiedere benevole concessioni all'amico capo. Non averlo compreso mi pare persino strano...

(non serve sparare a zero su una persona o un'altra. Che la competenza non è una qualità assoluta. Ognuno è idoneo e competente solo rispetto ad uno specifico contesto e specifico ruolo in uno specifico momento. Ed è diverso fare il parlmentare italiano, il parlamentare europeo, il sindaco, il presidente di regione etc...). 

Problemi reali: 

È cresciuta la Lega. Non ha sfondato al sud. Ma nel centro nord è cresciuta. La risposta che dà é (per me) irresponsabile ed irreale, ma i problemi cui fa riferimento sono reali. Ed in certi territori la Lega è capace più di altri di stare sui problemi reali. La sfida  è saper trovare e proporre soluzioni meno irresponsabili e meno irreali a quegli stessi problemi. La gente è in difficoltà ed ha paura. Non mi pare gradisca farsi carico anche dei problemi altrui (problemi di conflitti di potere tra partiti o nei partiti). Mi pare preferisca chi sa stare sulle cose. Magari con un po' di egoismo, ma con pazienza, conoscenza, esperienza e senso pratico. 

L'elettore di Matteo Salvini - Terzo segreto di satira 

Poi, a breve... c'è Milano... 


Cosa vuol dire pensare?- Marianella Sclavi

Uno degli strumenti che ci viene rifilato più di frequente oggi è il sondaggio di opinione. La sanità, la riforma… chiamo individualmente un...