Risposta non c'è o forse chissà, caduta nel vento sarà...




Tappa 1: Sansepolcro-Citerna
13 km. 4 ore. Tutta pianura, salita solo sul finale.

Sansepolcro.
In cattedrale c'è già tutto.
Crocifissione. Resurrezione. Incredulità.
La fede fragile. Il bisogno di toccare con mano.

Sole.
Gli uomini che lavorano nei campi di tabacco hanno pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe. Tutti, giovani e vecchi, italiani e stranieri.
L'abbigliamento ha anche una utilità pratica, oltre l'estetica e l'ideologia.
Si potrebbe dire che io cammino con il velo. E rimpiango di non aver portato il foulard per coprire meglio il collo.

Donna di Citerna: Ieri era una bella giornata. Oggi c'è vento.
Io: È bello anche oggi. Il vento non dà mica fastidio.
D: Perché non vive qui. Il vento rovina i pensieri, sa? fa diventare pazzi! Ma...dove vive lei?
Io: a Roma.
D: Ah, Roma è bellissima. Ma con quello che succede oggi, vivere in città è da pazzi, meglio il vento.

Il vento impedisce il silenzio.
Suona qualsiasi cosa.
Suona le foglie. Ma anche le orecchie.
In certi tratti il vento ha il rumore di un mare agitato ed irregolare. Ti giri di scatto aspettandoti di vederlo e non c'è.
Starà qui la follia.

Il vento asciuga. E disidrata.
Ho finito 1 litro e mezzo di borraccia.
Ed ogni sorso mi sembrava indispensabile.

In salita mi manca il fiato.
Manca il vento da dentro.
Problema di passo, e di testa, prima che di gambe.
Primo giorno. Ritmo, ancora da trovare.

Primi segnali al piede.
Nell'incertezza ho messo il cerotto sia a me che allo scarpone.

Le donne di Citerna in strada parlano di cinghiali, volpi e lupi. Che rubano galline, azzannano gatti e rovinano raccolti.  E non siamo ancora a Gubbio.

A Messa nella Chiesa del monastero del buon rimedio. Celebra un prete anziano, tremante. Concelebra uno più anziano ancora. Su sedia a rotelle. Che parla a stento tra sé e sé.
"Chiedete una grazia, ora alla consacrazione. Ma fatelo davvero. Mettete sull'altare la vostra richiesta e il vostro impegno. Fatelo davvero. Pensate a qualcosa di specifico, non in generale. Non miracoli di quelli da tutto subito. Qualcosa di importante. Grande o piccolo. Fatelo. Credeteci. Non è per finta".
Suore anziane rispondono a memoria sbagliando i tempi. Suore giovani con la pelle nera suonano i bonghi a sorpresa, sul finale. E sembra bella anche Santa Maria del cammino.

Già... del cammino...

Fuori da Messa non resisto.
"Siete venuti a piedi, vero?"
Ero sicura. I pellegrini si riconoscono, dalla fatica nell'alzarsi e sedersi.
Marito e moglie. Da Prato. 
Facciamo strade diverse. Loro domani vanno verso Monterchi, io Città di Castello.
Hanno scelto la via bassa, limitando al minimo le montagne per doppiare le tappe. Sono forti ed  hanno fretta di tornare.
Oggi hanno fatto 35 km. Partendo alle 4.30 alla luce delle torce. 8 ore e mezza di cammino più le soste. E stasera sono distrutti.

"Io da sola non la farei". Mi dice lei.
"Guarda che non ce la fai a fare i 30 qui, tu". Mi dice lui.

E in quel momento mi passa la preoccupazione per le prossime tappe troppo lunghe. Da sola è la dimensione giusta. E non è una gara fisica, la mia. È un percorso. Voglio camminare verso Assisi. Non battere un record. È un percorso di senso. Non una corsa. E qualche modo di rendere fattibile le tappe lunghe lo troverò.

"Ascolta le gambe, loro ti danno il segnale per prendere il ritmo".

Oggi mi sento fortunata. E sono grata per questo tempo liberato. Grata a tutti quelli che stanno permettendo il mio essere qui.

Arezzo mi sembra già così lontana...

Quante le strade che un uomo farà
e quando fermarsi potrà?
Quanti mari un gabbiano dovrà attraversar
per giungere e per riposar?
Quando tutta la gente del mondo riavrà
per sempre la sua libertà?
Risposta non c'è, o forse chi lo sa,
caduta nel vento sarà.
Quanti bimbi innocenti dovranno morir
e senza sapere il perché?
Quanto giovane sangue versato sarà
finché un'alba nuova verrà?
Risposta non c'è, o forse chi lo sa,
caduta nel vento sarà...


         

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