Il 2016 è stato un anno complesso. Ha messo in discussione molte
certezze, quindi ha anche messo in moto molte energie.
Tra le cose nuove che il 2016 mi ha messo tra le mani c'è una partita Iva, la riflessione sui temi
del consumo, l'incontro (non solo online) con faccioquellocheposso, il mondo
scout e l'esperienza di #apiedi.
Il 2017, come ogni anno che inizia, non è già scritto.
Vedremo cosa porterà con sé e vedremo cosa sapremo farne
noi.
Non esiste situazione in cui non ci sia margine di scelta. A
volte, magari, non abbiamo la possibilità di cambiare le cose, ma sempre e
comunque abbiamo la possibilità di scegliere come viverle.
Intanto, tra il poco che so del 2017, so che avrò l'occasione,
in parte del mio tempo, di collaborare con una realtà di accoglienza di minori
stranieri non accompagnati. Non so cosa ne nascerà. Ma sono contenta, grata e curiosa.
Contenta, grata e curiosa per il tornare, più di 15 anni dopo,
ad essere una assistente sociale.
L'immagine pubblica della categoria in Italia
magari non è sempre trendy, ma questi giorni sono in immersione da studio per recupero crediti formativi ed ho appena scoperto che la nuova definizione internazionale dice che
servizio sociale è una professione che "promuove il
cambiamento sociale e lo sviluppo, la coesione e l'emancipazione sociale,
nonchè la liberazione delle persone". Che
principi fondamentali del servizio sociale sono "giustizia
sociale, diritti umani, responsabilità collettiva e rispetto delle
diversità" e che "il servizio sociale coinvolge persone e strutture
per affrontare le sfide della vita".
E io so che in fondo è questo ciò che mi muove.
E io so che in fondo è questo ciò che mi muove.
Contenta, grata e curiosa per l’opportunità di partecipare in
modo diretto a quella "grande sfida della vita collettiva" che è oggi
costituita dal fenomeno delle migrazioni. Credo sia uno snodo
fondamentale del nostro presente e del nostro futuro.
Contenta, grata e curiosa
perché tenere assieme un lavoro autonomo ed una dimensione associativa
e politica sarà complesso, faticoso e non scontato. Ma credo che, se saprò trovare il giusto punto di equilibrio e se ne avrò la possibilità, entrambe le dimensioni ne
saranno rafforzate (che poi il tutto deve conciliarsi
con l’essere mamma, poi vorrei non smettere di camminare, poi c'è il blog che da ormai 4 anni è filo di continuità...).
Insomma… il 2016 finisce, il
2017 inizia e l’augurio che mi viene da condividere è: fare quel che si può, nulla
di più ma anche nulla di meno, per innaffiare la speranza propria ed altrui e farla crescere.
Perchè di speranza abbiamo bisogno.
Buone scelte e buona vita a
tutti/e!