6. Un circolo ermeneutico e una gruppalità... - Francesco D'Angella

Francesco D’Angella - Animazione Sociale 

La proposta della rivista è: per l’azione sociale serve un circolo ermeneutico ed una gruppalità. 
Non si fa da soli. Serve un gruppo che agisce ed interpreta. Interpreta ed agisce. 

Esiste uno sfondo teorico concettuale.
E c’è la realtà, che sono le azioni che mettiamo in capo. 
Ma anche lo sfondo teorico concettuale agisce, sempre.
In parte è composto da teorie che noi agiamo, implicitamente.
In parte è composto da teorie che noi scegliamo, volontariamente. 

Quando entriamo in una situazione, in cui siamo chiamati ad intervenire ed agire. 
La questione è: cosa accade in quel momento, dal punto di vista mentale, affettivo, emotivo?
Cosa succede quando c’è il contatto tra noi ed una realtà a noi sconosciuta?
Come noi, nelle situazioni di intervento, riusciamo ad aprire prospettive di azione e di conoscenza?

Aprire prospettive.
Agire. 
Apprendere.

Queste tre dimensioni le stiamo separando. Ma è solo da un punto di vista didattico.
Nella realtà sono interconnesse e intrecciate.

Nel momento storico in cui viviamo, il contatto con le realtà del lavoro sociale molto spesso ci mette in contatto con realtà che appaiono molto statiche, molto chiuse, molto cementificate. 
Cosa succede in noi quando abbiamo di fronte questo? 
Cosa succede da un punto di vista soggettivo ed inter-soggettivo?

Ci prende lo sconforto, il disorientamento. Fino al punto di dire: 
Da che parte inizio? Come faccio a stare in una realtà che rischio che mi travolga e stravolga? Come faccio a stare in una realtà senza diventare come lei? 



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